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di Argenti Giovanni Milano
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La Controreazione



Il concetto di controreazione ( nell elettronica )  nasce agli albori dell amplificazione , ovvero il 6 agosto 1927 a opera di Harold Stephen Black, ( ingegnere impiegato presso la compagnia telefonica americana Bell Telephone) per risolvere un grave problema delle linee telefoniche. Dal momento che il segnale doveva viaggiare per chilometri, tra una centrale e l’ altra era necessario interporre vari stadi di amplificazione ( detti ripetitori ) ad intervalli prestabiliti lungo il percorso della linea, ma cosi facendo  la distorsione generata da ogni amplificatore si sommava a quella di tutti gli altri e a destinazione il segnale risultava talmente distorto da non essere gestibile e fruttabile. La controreazione permetteva di abbattere il tasso di distorsione e rese possibili percorsi telefonici con linee piuttosto lunghe.
Alcune tipologie di amplificatori fanno uso della controreazione per cercare di migliorare le loro prestazioni. Per controreazione si intende la possibilità di prelevare una parte del segnale dall uscita di un amplificatore e riportarlo in controfase al suo ingresso. Si chiama controreazione NEGATIVA perche' tende a DIMINUIRE l'ampiezza o l'intervento del segnale di ingresso.  Questo , almeno in linea teorica, porta ad alcuni vantaggi, quali, ad esempio, un aumento della banda passante e una diminuzione della distorsione armonica.
E’ pur vero , però, che se la controreazione abbassa il valore della distorsione iniziale, tende a spostarla verso il range alto della frequenza, proprio dove la nostra percezione uditiva è più sensibile.  A livello di sistemi HI-FI  “evoluti ”  per “puristi” ed appassionati , si preferisce scegliere amplificazioni che non facciano uso della controreazione, perchè considerata come un mezzo che tende a degradare il segnale audio, preferendo quindi sistemi che ne dichiarino la loro assenza anche se spesso questi sistemi fanno uso di controreazioni locali e non globali ...dichiarando quindi una “mezza verità”: molto difficilmente un amplificatore audio “ commerciale” ne è privo totalmente, mentre nelle realizzazioni “hand made” , svincolate dalle leggi di mercato e produzione, si può trovare qualche realizzazione “no Feedback” pura .
La riproduzione di un sistema senza controreazione  effettivamente risulta più musicale e piacevole, a livello di ascolto, rispetto ad uno controreazionato che sfodera misure dotate di superiore correttezza e linearità.  In particolare , gli amplificatori valvolari senza controreazione, magari di bassa potenza in SE ( vedi 2A3 - 300B per citare le più famose) , rappresentano una delle migliori possibilità di ascolto della propria musica, a meno che non si debbano pilotare diffusori veramente esigenti e poco efficienti per sonorizzare grandi ambienti.
Nell’ immagine sottostante potete osservare la rete di feedback - controreazione costituita dai collegamenti evidenziati in rosso e dai componenti R6 , C3 che portano il segnale al catodo di V1 tra R2 e R3
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